L'UOMO SENZA PAURA

 

N° 44

 

IL RITORNO DEL RE

 

(PARTE SECONDA)

 

 

 VITE VENDUTE

 

Di Carlo Monni

 

 

1.

 

 

            All’estremo nord dell’Isola di Manhattan si stendono i quartieri di Washington Heights e Inwood, che, tra le proteste degli abitanti di quest’ultimo, alcuni dicono essere uno solo. Le cose sono cambiate nel corso degli anni per questa zona della più famosa città del mondo: spinti dai prezzi più a buon mercato degli alloggi, rispetto ai prezzi da capogiro del resto di Manhattan, molti esponenti della cosiddetta middle class hanno cominciato a trasferirsi da queste parti, un tempo dominio quasi esclusivo di numerose etnie di immigrati, l’ultima ed attualmente più numerosa delle quali è la comunità di origine Dominicana. In questo modo i nuovi arrivati godono del doppio beneficio di case a buon mercato e di un indirizzo su cui è pur sempre scritto: “New York NY.” Naturalmente ciò non vuole affatto dire che il crimine sia sconosciuto da queste parti, come prova il cadavere rinvenuto una mattina nell’Harlem River. L’illusione che questo sia uno sgradito regalo dei turbolenti vicini del South Bronx con cui il fiume segna il confine è presto cancellata dalla scoperta che il morto era residente nei pressi di Inwood Hill Park e che, a quanto pare, era un attaché diplomatico del Consolato Generale di Wakanda a New York, la qual cosa non avrebbe mancato di generare un bel po’ di conseguenze.

 

Il suo nome è T’Challa, figlio di T’Chaka, ed è il sovrano di un piccolo stato dell’Africa Centrale, poco più di un puntino su di una qualunque carta geografica, chiamato Wakanda. Si raccontano molte storie su questo piccolo fazzoletto di terra: che ha resistito per secoli, forse per millenni, ad ogni tentativo di conquista; che nasconda grandi ricchezze di cui la più favolosa sarebbe un’intera montagna composta di un raro metallo; che prima di assumere il potere il sovrano designato deve sottoporsi a particolari riti esoterici ed assumere strane erbe e composti che gli donano i poteri dei grandi felini della jungla e che solo dopo aver sconfitto in combattimento un altro sfidante è giudicato degno di guidare i Wakanda, indossare il costume cerimoniale ed assumere il nome di Pantera Nera. Tutte queste storie e molte altre sono rigorosamente vere.

Il fatto stesso che oggi lui sia qui, nell’Obitorio cittadino proprio nei panni di Pantera Nera dimostra l’importanza che dà alla questione. Se si potesse vedere il suo volto quando il lenzuolo che copre il cadavere viene sollevato vi si vedrebbe un’espressione corrucciata e determinata La sua voce non dimostra, comunque, alcuna emozione mentre risponde:

-Si… è N’Ghori, uno dei membri dello staff del mio Consolato. Mi faccio un dovere di conoscerli tutti personalmente. Sapete già la causa della morte?-

-Apparentemente è stata una ferita da arma da taglio lungo la giugulare. In parole molto povere: è stato sgozzato.- risponde con una voce un po’ emozionata il Medico Legale, una giovane donna, forse intimorita dalla figura davanti a lei –C’è una profonda lacerazione alla giugulare, potrò essere più precisa solo dopo l’autopsia, però… beh posso dire sin d’ora con certezza che è stato torturato a lungo e con efferata crudeltà prima di morire.-

-Volevano qualcosa da lui.- afferma con sicurezza la Pantera Nera.

-È quello che pensiamo anche noi.- interviene un uomo che finora è stato in silenzio, il detective incaricato del caso –Resta da chiedersi se hanno trovato ciò che cercavano.-

-Immagino che abbiate controllato i suoi effetti personali ed il suo appartamento, detective, cosa avete scoperto?- chiede T’Challa.

-Oh… beh… non so se con le indagini in corso dovrei…-

-Detective, non sono solo un Capo di Stato, ma anche un Vendicatore, potrei avere accesso a queste informazioni con molta facilità prima di sera… a meno che non mi consideriate un sospetto…-

-Oh no!-si affretta a dire il detective –Non c’è nemmeno passato per la mente. Va bene, ecco abbiamo scoperto che il suo appartamento è stato perquisito da cima a fondo, ma per ora è tutto quello che sappiamo. Lei ha qualche idea su cosa i suoi assassini stessero cercando?-

         Prima ancora che la frase sia finita la Pantera Nera ha già lasciato la stanza. Il detective scuote il capo.

-Gente in costume. Sono tutti uguali.-

 

            Il grosso vantaggio di possedere dei supersensi è che puoi fare cose precluse agli altri esseri umani, come, ad esempio, distinguere due persone dall’odore o dal particolare ritmo del loro battito cardiaco o seguire la scia di un profumo per tutta la città. C’è lo svantaggio di essere ciechi, ma, come diceva quel tizio: “Non si può avere tutto dalla vita”.

            Il mio nome, per chi se lo stesse chiedendo, quando indosso questo attillato costume  rosso è Devil, detto anche l’Uomo senza Paura. Non è l’unico nome che ho, ovviamente, ma qui e adesso deve bastarvi questo.

            Tempo fa ho permesso ad una mia cara amica di mettersi in un grosso guaio: doveva convincere i capi di una specie di cospirazione politico-criminale che era dalla loro parte in un complotto per rovesciare il governo cittadino. Aveva deciso di farlo per salvare suo padre, ma il pericolo in cui si è messa è più grave di quello che pensava.

            Vi ho già parlato del mio superudito, giusto? È grazie a quello che, appostato sul tetto di una villa signorile di Riverdale nel North Bronx, posso sentire una conversazione che vi si svolge all’interno. La mia amica, Deborah Harris, è sottoposta ad un interrogatorio da parte di un personaggio che speravo di non dover rincontrare e la cui voce mi giunge chiara come se fosse accanto a me mentre parla ed avesse, per giunta, un altoparlante:

-È ancora in contatto con il suo ex marito, Miss Harris… o magari con Devil? Sarei curioso di saperlo… e lei me lo dirà volentieri e di sua spontanea volontà…dopotutto, nessuna donna è capace di mentire al Mandrillo.-

            Il Mandrillo. È passato un bel po’ di tempo da quando ci siamo scontrati. A quell’epoca era a capo di un’organizzazione chiamata Spettro Nero che mirava ad impadronirsi del potere in tutti gli Stati Uniti. Il suo aspetto potrà essere anche grottesco, simile a quello di un mandrillo, per l’appunto, ma la sua storia personale non è bella: è un mutante e fu scacciato dai suoi stessi genitori, incapaci di sopportare il suo aspetto. In quei suoi anni formativi si convinse che gli Stati Uniti avevano abbandonato e tradito i loro ideali di uguaglianza per diventare una nazione fondata sull’oppressione dei diversi. Spesso ho pensato che non avesse del tutto torto, ma il suo rimedio: prendere il potere con la forza ed instaurare una dittatura che abolisse tutte le disuguaglianze, non potevo e non posso approvarlo. Il problema esiste, ma gli atti violenti in cui sono coinvolti innocenti non sono la risposta giusta per me. Dimenticavo di dirvi che il Mandrillo, oltre a quelli connessi al suo aspetto scimmiesco, ha un superpotere in più: emette dei feromoni che rendono tutte le donne ubbidienti ai suoi voleri e questo significa che ora Debbie non ha altra scelta che dirgli la verità, il che, ovviamente, vuol dire che sta per finire in guai grossi, se non mi sbrigo ad intervenire. Scontrarmi da solo contro il Mandrillo ed i suoi soci non è esattamente la migliore delle mosse per mantenermi in buona salute, ma che scelta ho? Ecco perché invece di chiamarmi L’Uomo senza Paura dovrebbero chiamarmi “L’Incosciente”

            Mentre mi lancio verso il basso, lasciando che il mio stesso peso mi porti contro la vetrata, sento la voce di Debbie dire:

-Certo che glielo dirò volentieri. Non vedo Devil da molto tempo, però…-

            Ed ecco che faccio la mia entrata alla grande infrangendo l’ampia vetrata e piombando nel salone.

-Devil!- esclama un coro di voci quasi all’unisono.

-Complimenti, avete vinto una bambolina.- ribatto cercando di mostrarmi allegro. –Che bel comitato di ricevimento che abbiamo qui: Mandrillo, Nekra e tu… non mi pare che ci siamo mai visti prima.-

            Il battito dell’uomo a cui mi sono rivolto accellera per l’eccitazione. È alto ed indossa di sicuro una specie di costume, la sua voce sembra filtrata da qualcosa, una maschera probabilmente.

-Io sono lo Spettro Nero e non mi piacciono i buffoni in costume che interferiscono coi miei piani.-

            Bene, proprio quello di cui avevo bisogno di questi tempi: un altro megalomane di cui preoccuparmi.

 

 

2.

 

 

            Katherine Malper entra nell’ufficio del Procuratore degli Stati Uniti per  il Distretto Sud dello Stato di New York e Franklin “Foggy” Nelson l’accoglie con un imbarazzato sorriso.

            Ancora una volta Kathy si ritrova a ripensare al suo primo incontro con il cicciottello ed un po’ timido Foggy, un uomo che in molti tendono a  sottovalutare, ma che si è dimostrato molto più in gamba di quanto possa sembrare.

-Benvenuta Kathy…- le dice Foggy -… forse ha intuito perché l’ho fatta venire.-

-Beh veramente…- comincia Kathy.

-Non ci girerò intorno: dopo l’omicidio di Gregory  Anderson[1] il posto di Capo della Divisione Penale è scoperto. Fino  a nuovo ordine è suo, Kathy, e se dipende da me, sarà confermata in permanenza.-

-Io… non so cosa dire.-

-Non dica niente, allora, vada a prendere possesso del suo nuovo ufficio e cominci a lavorare.-

            Kathy Malper scuote i capelli biondi. Le ambizioni che ha avuto per anni stanno finalmente realizzandosi, ora quello che deve fare è dimostrare di essere all’altezza dei compiti che l’aspettano  ed è determinata a riuscire.

 

         Consolato di Wakanda a New York. Nell’appartamento che il sovrano usa durante i suoi soggiorni nella Grande Mela, T’Challa misura a grandi passi la stanza e contemporaneamente si rivolge al suo uomo di fiducia, Omoro:

-Lo hanno torturato. Non è stato un atto di semplice sadismo: lo hanno interrogato e ciò vuol dire che sapevano che N’Ghori non era solo un membro dello staff diplomatico, ma faceva parte delle mie Forze di Sicurezza e come potevano saperlo?-

-Credo che questo sia proprio il punto, mio sovrano, come l’hanno scoperto e cosa volevano sapere da lui? Mi sono permesso di riguardare i suoi ultimi rapporti. Negli ultimi tempi stava sorvegliando i movimenti di un uomo arrivato a New York pochi giorni fa, un uomo il cui nome ti sarà senz’altro noto: Doeke Riebeeck.-

         Il volto di T’Challa s’incupisce. Ha incontrato una sola volta quell’uomo parecchi anni fa, quando salvò sua madre Ramonda da un gruppo di razzisti sudafricani e Riebeeck era il capo delle forze di sicurezza che li spalleggiava.[2] Il suo arrivo a New York non può essere casuale. Gli viene in mente che tutto questo possa aver a che fare con il suo rinnovato fidanzamento con Monica Lynne ed il suo imminente matrimonio, ma forse è solo paranoia. Non importa: risolverà questo pasticcio e porterà davanti alla giustizia gli assassini di N’Ghori, l’ha promesso e la Pantera Nera mantiene sempre le sue promesse.

 

         Ho sentito parlare dello Spettro Nero: ha affrontato un paio di volte Moon Knight e qualche mese fa si era impadronito di Grace Mansion[3] per un po’ prima di essere fermato da Moon Knight e da una tizia in tunica rossa.[4] Mi servirebbe un po’ d’aiuto da parte loro adesso. Lo Spettro Nero è un normale essere umano, molto abile nel combattimento corpo a corpo e potrebbe mettermi in difficoltà se fosse solo ad affrontarmi, ma oggi è spalleggiato dal Mandrillo e Nekra, per non parlare del loro esercito di donne armate fino ai denti. Si possono dire molte cose di me, ma non che non vado a cercare i miei guai  Del resto, che potevo fare? Lasciare Debbie alla loro mercé era fuori discussione, la sua copertura stava per saltare e la sua vita non sarebbe valsa un soldo bucato, dopo. E così eccomi qui da solo a rischiare la pelle: la storia della mia vita, insomma.

            Evitare la mazza ferrata dello Spettro Nero non è difficile per uno coi miei supersensi: la sua cotta di maglia non basta ad evitare che le variazioni  del suo battito cardiaco mi avvertano che sta per agire quasi prima ancora che si muova. Il problema è che non è solo.

-Aspettavo da tempo l’occasione di saldare i nostri conti Devil.-

Il respiro pesante come mantice, il battito forte e la figura massiccia rimandatami da mio senso radar non mi lasciano dubbi su chi sia quello che mi sta venendo contro.

-Via, Mandy…- ribatto piegandomi -… non mi dirai che sei uno di quei tipi che portano rancore a lungo, vero?-

            Il Mandrillo passa sopra la mia testa ed il suo slancio lo porta proprio addosso allo Spettro Nero. Adoro quando i cattivi si ostacolano  a vicenda.

            Nekra si fa avanti, ma la percepisco in tempo. Evito suo calcio e la colpisco. Errore: dimenticavo che il suo potere fa sì che quando focalizza il suo odio sia totalmente invulnerabile e dal suo punto di vista ha buoni motivi di odiare il sottoscritto, anche se sono passati anni dal nostro ultimo incontro. È come sbattere contro un muro di mattoni. Mentre mi massaggio la mano indolenzita, Nekra mi colpisce col taglio della mano, un colpo che potrebbe quasi staccarmi la testa dal collo, se non fossi tanto abile da accompagnarlo mentre cado all’indietro.

            Mentre mi rialzo odo la voce dello Spettro Nero.

-Ti è andata male, Devil. Per quanto tu sia in gamba non hai speranze di farcela contro tutti noi.-

            Odio quando i cattivi hanno ragione.

 

 

3.

 

 

            La casa è arredata con gusto ed eleganza e gode di un’ottima vista sulla città, tutte cose che la giovane donna bionda non può apprezzare appieno perché si dà il caso che sia cieca, anche se al principio non è facile accorgersene. Il modo in cui si muove è fluido ed elegante e tradisce i suoi esordi di modella, una carriera interrotta bruscamente. È abituata alla sua cecità ormai. C’è voluto poco per imparare a muoversi nell’attico, memorizzando i vari punti più pericolosi. Certo, ogni tanto le capita di inciampare o sbattere su qualcosa, ma sono incidenti rari. Quando entra nello studio sente l’odore di lui, quel misto inconfondibile di dopobarba, profumo maschile e odore naturale che ormai conosce così bene. Non può vederlo, ma sa che è seduto davanti alla TV, intento ad ascoltare il notiziario. Gli si avvicina sedendosi accanto a lui e sfiorando con le dita affusolate la seta della manica della sua vestaglia.

-Come sta andando Richard?- gli chiede.

            L’uomo ha i capelli biondo rossicci e due penetranti occhi azzurri, il suo nome è Richard Fisk. Per molti è noto solo per essere il figlio di Wilson Fisk, il deposto Kingpin del Crimine Organizzato di New York; per l’F.B.I. e la Polizia di New York è uno degli uomini sospettati di essere il boss del crimine conosciuto solo come La Rosa, ma se la prima cosa è indubitabilmente vera, della seconda non esistono prove. Richard Fisk è solo un integerrimo cittadino impegnato nel sociale ed a cui è capitata la sfortuna di aver un padre in prigione. Tutto qui… se credete alle apparenze.

-Direi che tutto sta andando come previsto.- risponde Richard –Dovresti fidarti di me, dopotutto sono o non sono un pianificatore? C’è voluto del tempo, ma finalmente stiamo per raccogliere i frutti del nostro lavoro.-

-Ho aspettato tanto per questo.-

-Non ti pentirai dell’attesa, Cheryl, manterrò la promessa che ti ho fatto: il Gufo morderà la polvere e tu riavrai la vita che ti ha tolto.-

            Cheryl Mondat si stringe a Richard Fisk e mormora:

-Mi fido di te, Richard.-

 

            Ok, dovrei esserci abituato: solo contro un bel po’ di nemici, armato solo del mio bastone contro gruppi di gente pesantemente armata. Dovrei esserci abituato, dicevo, ma ciò non significa che mi piaccia.

-Amici...- dico mentre Nekra mi solleva da dietro senza sforzo apparente e comincia a stringermi il collo  -…non potremmo risolvere la cosa sedendoci e chiacchierando per una mezz’oretta?-

            A quanto pare, il mio tentativo di fare dell’umorismo non li impressiona per nulla, del resto non ci speravo. Ancora pochi istanti e Nekra mi spezzerà il collo. Devo agire adesso o per me sarà finita e dopo toccherà a Debbie. Non permetterò che finisca come Karen o Glori,[5] non lo permetterò a nessun costo.

            Mi proietto improvvisamente all’indietro e Nekra ed io finiamo sul pavimento. La sorpresa rompe la corrente d’odio della mia nemica, spezzando sia la sua presa su di me, che la sua invulnerabilità, ed io ne approfitto per rotolare di lato e sferrarle un calcio al mento. Mentre mi rialzo, mi ritrovo addosso il Mandrillo, ma uso il suo stesso slancio per proiettarlo alle mie spalle. Lui atterra sui suoi piedi e mentre lo fa sento la voce del suo alleato chiamato Spettro Nero:

-Complimenti, Devil, forse ci batteresti tutti e tre, ma credi di potertela cavare anche contro una ventina di donne ed uomini armati fino ai denti?-

-Immagino che dovrò provarci.- rispondo.

            È in momenti del genere che rimpiango di non essermi mai unito ai Vendicatori.

 

            Doeke Riebeeck era un uomo potente una volta: il capo delle forze di sicurezza di una nazione che aveva fondato le sue fortune su un regime di apartheid ed oppressione di coloro che riteneva inferiori. Ora quel regime è caduto e Riebeeck ha perduto quel lavoro in cui era spietatamente efficiente. Di più: ora è un ricercato dal governo del suo paese, che adesso classifica come crimini azioni che un tempo venivano lodate. Questo mondo fa schifo, pensa Riebeeck ed ancora si versa un whisky. Schifoso paese, pensa ancora, ma almeno il whisky è di quelli buoni.

-Quella roba ti ucciderà, Riebeeck… se non sarà qualcosa o qualcun altro a farlo prima.-

         L’uomo corpulento rivela un’insospettata velocità nel girarsi e le sue labbra tremano impercettibilmente mentre riconosce l’agile figura vestita di bianco inginocchiata nel vano della finestra, una figura che gliene ricorda un’altra e gli ricorda anche una caccia senza fine ed una dolorosa ferita. Ha sentito parlare di colui che ora salta all’interno ed istintivamente la sua mano corre verso un comodino dove fa bella mostra una pistola, ma l’altro è molto più rapido di lui ed una stretta forte come l’acciaio gli serra il polso mentre ancora una volta il nuovo arrivato parla e la sua voce è quella di uno che non sopporterà che non si risponda alle sue domande:

-Hai paura di me Riebeeck? Fai bene ad averlo: è saggio temere la furia del Lupo Bianco.-

-Cosa vuoi da me?

-Risposte: un uomo è stato ucciso, un cittadino del Wakanda, un diplomatico al servizio della Pantera Nera. Tu ora mi dirai cosa ha a che fare la tua presenza a New York con quell’uccisione.-

-Non… non so di cosa stai parlando.- replica Riebeeck con un tono che vorrebbe essere sprezzante.

-Menti. Sento l’odore delle tue menzogne assieme a quello della tua paura. Qui non sei nella tua terra, non hai più le tue milizie a spalleggiarti. Ci siamo solo tu ed io. Tu parlerai, Riebeeck.-

-E se non lo facessi? Mi… ucciderai?-

-No, non ti ucciderò, ma ti lascerò vivere rimpiangendo che non l’abbia fatto.-

         La stretta del Lupo Bianco si fa più forte ed alla fine Riebeeck urla.

 

 

4.

 

 

            Lo studio legale Nelson & Murdock è piuttosto piccolo secondo parecchi standard: pochi avvocati, poco personale amministrativo e non ha nemmeno filiali in altre città degli Stati Uniti. Pochi altri studi, però, possono vantare di avere tra i propri clienti un famoso gruppo di supereroi come i Fantastici Quattro, per non parlare di altri legami con la comunità supereroistica cittadina.

            Nelle ultime settimane, lo studio ha concluso una negoziazione con il Governo degli Stati Uniti in una causa per violazione dei diritti civili connessa all’infame Operazione Zero Tolerance e la cosa non ha mancato di portare l’attenzione dei media su di esso.

            Becky Blake, amministratrice dello studio, sospira leggendo il pacco di carte che Bernie Rosenthal le ha portato. Chi andava a pensare che la strada per incassare un bel po’ di milioni di dollari passasse attraverso tanta burocrazia? È per questo che si è presa una summa cum laude alla Scuola di Legge della Columbia University? Le ci vuole una bella causa, un po’ di tempo in aula a combattere là dove si vive la vita vera. Non che lei ce l’abbia una vita vera, poi. Da quanto tempo non esce con uomo ad esempio? Ma forse la domanda dovrebbe essere: da quanto tempo non conosce un uomo che riesca a vederla come donna e non come una paraplegica? Sta diventando davvero troppo cinica forse, ma ci sono giorni in cui non riesce a fare a meno di sentirsi così e non va bene.

            Torna a concentrarsi sulle carte e cerca di scacciare i cattivi pensieri.

 

            Se avessi del buon senso me la potrei cavare in un modo relativamente facile: basterebbe che me la filassi in velocità. Ma siamo onesti: se avessi del buon senso non me ne andrei in giro vestito di un attillato costume rosso, quindi raccolgo il fiato e faccio quel che mi viene meglio. Nei minuti seguenti sfodero tutto il mio repertorio di salti capriole e mosse delle varie arti marziali che conosco, non lascio alle ragazze del Mandrillo la possibilità di mirare bene  e cerco di abbatterne più che posso, consapevole che la mobilità e la velocità sono le mie uniche vere armi in questa lotta.

            Tenere a bada uno come il Mandrillo è decisamente più facile: il suo respiro è come un mantice, il suo cuore batte come un tamburo ed il suo odore, bah meglio lasciarlo perdere quello. Cerca di afferrarmi, ma lo evito e gli sferro un poderoso calcio alla mascella, Barcolla, ma non cade. Per mia fortuna ho un piano di riserva. Lo stesso incidente che mi ha reso cieco ha anche aumentato i miei rimanenti quattro sensi a livelli inimmaginabili. Sento alle mie spalle Spettro Nero con in pugno la sua mazza chiodata. Mi muovo rapidamente ed afferro il Mandrillo per il bavero. Prima che possa capire cosa sto facendo, gli ho fatto compiere un mezzo giro che lo porta ad incontrare con la sua testa la mazza di Spettro Nero.

            Mentre il Mandrillo si affloscia, il suo esercito di donne si ferma in preda ad un attimo di confusione. Prima che possano riorganizzarsi, sferro un violento calcio a Nekra, afferro Debbie per un polso e mi precipito contro la finestra che avevo sfondato in precedenza. Con un’agile capriola atterro sul prato riuscendo a far sì che Debbie non si faccia male. Mentre ci alziamo le dico:

-Coraggio, miss Harris, presto saremo fuori di qui.-

-Ma…- replica lei ancora un po’ confusa-... ma per andare dove?-

            Gran bella domanda. Corro trascinandomela dietro e la infilo  a forza nella sua auto.

-Corra a chiamare aiuto, Miss Harris.- le intimo.

-Ma… mio padre… non posso…-

-A lui ci penso io, lei pensi a filar via e porga i miei saluti al Procuratore Distrettuale.-

            Mentre lei si avvia, ormai le porte della villa si sono aperte e gli occupanti si stanno precipitando fuori.

            Sono l’unico che può rallentarli e consentire a Debbie di fuggire  e magari trattenerli finché non arriva la Polizia.

            Come al solito mi scelgo sempre dei compiti facili.

 

            Il felino della Jungla scivola agile nelle ombre di questa jungla di cemento che chiamano città. Ha seguito una traccia labile, un odore noto che ha colpito le sue narici sensibili fin da quando ha lasciato il Consolato. Una vecchia conoscenza che lo stava spiando. Ma perché? Qual è il suo scopo? Ha un solo modo per saperlo. Ora, sul tetto di questo hotel, T’Challa si rende conto che il suo avversario è riuscito a nascondere la sua traccia e questo vuol dire che non vuol farsi trovare… oppure che è qui pronto a tendergli un agguato.

         È un impercettibile rumore o un odore portato dal vento o forse un misterioso sesto senso nato dalle mistiche cerimonie che hanno fatto di lui la Pantera Nera  a spingerlo a voltarsi di scatto? Poco importa, perché è troppo tardi per evitare il colpo che lo spinge indietro, oltre il bordo del tetto e giù da un’altezza di cinquanta piani.

-Mi dispiace, Mio sire…- dice il Lupo Bianco -… ma non tollero interferenze... nemmeno da te.-

 

 

FINE SECONDA PARTE

 

NOTE DELL’AUTORE

 

 

            Fine di un episodio sostanzialmente di passaggio in attesa di una girandola di azione che comincerà a partire dal prossimo episodio, ma ora veniamo ad un po’ di note.

1)       Come avrete intuito, la Pantera Nera è ormai un vero e proprio coprotagonista di questa serie, che potrebbe a buon diritto essere rinominata Devil & la Pantera Nera. Nei prossimi episodi seguiremo gli exploit di T’Challa a New York proprio come seguiamo abitualmente quelli di Devil. Già dal prossimo episodio ne sapremo di più sulla pista che il grande felino nero sta seguendo.

2)     Venendo ai criminali di questa storia, una menzione speciale non può non andare al Mandrillo e Nekra.  Entrambi creati da Steve Gerber & Ross Andru rispettivamente in Shanna the She Devil #4 del giugno 1973 e #5 dell’agosto 1973 (Conan & Ka-Zar, Corno, #4/9), sono due mutanti maledetti da un fato speculare. Lui, nato da una famiglia di bianchi ha l’aspetto e le abilità dell’omonima scimmia, oltre al potere di farsi obbedire da qualunque donna. Lei, nata in una famiglia di neri, completamente albina con canini da vampiro e con il potere di diventare totalmente invulnerabile quando odia. Insieme concepirono un piano per impadronirsi per mezzo di atti terroristici del potere negli Stati Uniti, con l’intento dichiarato di stabilire una dittatura in cui tutti i “diversi” sarebbero stati uguali. Devil, la Vedova Nera e Shanna, la sola donna immune al potere ipnotico del Mandrillo, si opposero a questo piano e riuscirono a sconfiggerli. Da allora in poi entrambi furono relegati al ruolo di criminali di serie B e non raggiunsero mai più i vertici delle loro prime apparizioni (per inciso la suddetta storia di Devil fu la migliore scritta da Gerber per quella serie).

3)     Doeke Riebeeck è, invece, stato creato da Don McGregor & Gene Colan in un’intensa storyline che, come detto nelle note in calce, apparve sulla rivista quattordicinale Marvel Comics Presents, storia in cui la Pantera Nera si aggirava per il Sud Africa dell’Apartheid in cerca di verità e giustizia. Rivedremo presto sia lui che altri protagonisti di quella saga.

4)     Il Lupo Bianco è una sorta di anti pantera Nera (il suo stesso costume è identico a quello di T’Challa, solo bianco invece di nero) creata da Christopher Priest & Alitha Martinez & Joe Quesada su Black Panther Vol 3° #4 del febbraio 1999. Si tratta dell’unico sopravvissuto ad un disastro aereo ed adottato da T’Chaka, padre di T’Challa quando ancora era un neonato e successivamente da lui messo a capo di una spietata polizia segreta in seguito disciolta. Chiamato anche il Cacciatore, ha con T’Challa un rapporto di rivalità, alimentato da un distorto senso di lealtà verso il Wakanda e la sua famiglia reale. Quali sono le sue intenzioni? Lo saprete solo continuando a leggere.

Nel prossimo episodio: la Pantera sopravviverà ad un volo di oltre 100 metri? Devil sconfiggerà il Mandrillo ed i suoi associati? E quali sono le intenzioni del Confessore? Che decisioni andranno prese quando la guerra tra bande insanguinerà le strade di New York? E qual è il ruolo di Kingpin? La risposta comincia proprio nel prossimo episodio.

 

 

Carlo



[1] Nello scorso episodio.

[2] Nella pregevole Panther’s Quest su Marvel Comics Presents #13/37 (Silver Surfer, Play Press, #2/15).

[3] La residenza ufficiale del Sindaco di New York.

[4] Come visto in Marvel Knights #23. La tizia in tunica rossa era la vigilante Stained Glass Scarlet.

[5] Glorianna o Breen, ex ragazza di Matt, uccisa da Kruel in Daredevil Vol 1° #340 (Devil & Hulk #31).